I dolcificanti sono sostanze che hanno un potere edulcorante fino a 40 volte quello dello zucchero da tavola (cioè il saccarosio). Nonostante abbiano le stesse calorie dello zucchero (4 kcal/g), la quantità usata è talmente piccola che l’energia che apportano si avvicina molto allo zero (da qui il nome “bevande zero”, appunto). In parole povere, conferiscono il sapore dolce senza modificare il tenore calorico dell’alimento.
Oramai, esistono moltissime versioni “zero” degli alimenti in commercio, inteso come zero calorie, soprattutto delle bevande che contengono un cospicuo quantitativo di zuccheri.
C’è molta disinformazione riguardo i dolcificanti e il loro utilizzo, che manda in confusione tanti consumatori a causa delle notizie contrastanti, e spesso false, che girano attorno a questo argomento.
“Fanno bene, sono da preferire”, “sono il male!” e i vari “chissà cosa mettono dentro” sono alcune delle citazioni più frequenti.
Intanto, “fa male” o “fa bene” di per sé non ha senso, perché nessun alimento o sostanza edibile può essere definita in maniera assoluta, conta la quantità, la persona, le patologie, le frequenze e tantissime altre variabili che non possono essere racchiuse in “fa male” (e neppure in “fa bene”).
Pensandoci, gli edulcoranti danno sapore dolce e non calorie, è bellissimo, vuol dire che possiamo sfondarci di bevande zero come se non ci fosse un domani, evviva!
Non so se ci siete cascati, ma quando qualcosa è troppo bello per essere vero, è perché non è vero!
Come al solito, la scienza viene in nostro soccorso e ci aiuta a capire.
Partiamo dai vantaggi che porta l’uso di dolcificanti:
- Indubbiamente, riducono il consumo di zuccheri liberi senza inficiare il sapore dell’alimento (insomma, in realtà cambia leggermente), il ché è positivo perché in un’alimentazione bilanciata sono quelli che devono essere limitati.
- Hanno effetto anticariogeno, ovvero il loro consumo non porta alla formazione di carie dentaria (al contrario dello zucchero), importante soprattutto nei bambini.
- Non influenza i livelli di glicemia, cioè la quantità di glucosio (uno zucchero) nel sangue, di fondamentale importanza in persone affette da diabete mellito.
Ma non cantiamo vittoria troppo presto, la biochimica è sempre qui pronta per rovinarci la giornata, vediamo, stavolta, come:
- Il fatto di non alzare la glicemia, porta alla soppressione del rilascio di insulina, GLP-1 e GIP. Tutti questi sono ormoni che hanno azione ipoglimizzante (fanno abbassare la glicemia), ma hanno anche un importantissimo potere anoressizzante, ovvero sono in grado di sopprimere la sensazione di fame. Se però questi ormoni non vengono rilasciati perché manca il glucosio (sostituito dai dolcificanti), ne risulterà insoddisfazione dal punto di vista della sazietà che spingerà a mangiare di più.
- L’uso cronico di edulcoranti promuove un aumento del consumo di cibo attraverso un meccanismo attivato dall’ormone NPY, che ha il più potente potere oressizzante (cioè stimola il senso di fame), perché non viene soppresso da altri ormoni (come l’insulina) che non vengono rilasciati, stimolando la motivazione a mangiare.
- L’utilizzo sregolato può portare ad alterazioni del microbiota intestinale, un fattore che aumenta il rischio di obesità e insulino-resistenza (che porta a diabete di tipo 2).
Grazie biochimica!
Ma non è finita qui, perché per amore della precisione, mi tocca citare anche le conseguenze date dal comportamento umano. Infatti, è altissimo il rischio di cadere in conteggi di calorie e pensieri di compensazione: “tanto sto bevendo **** zero, quindi posso mangiare di più”. Questo porta non solo a fare calcoli di calorie mentalmente provanti, ma anche a ignorare completamente i segnali interni di fame e sazietà, che sono quelli su cui dovremmo sempre fare affidamento.
Il mio consiglio: siate consumatori consapevoli e fate attenzione alle quantità e alle frequenze; spesso ci perdiamo in dettagli minuziosi senza guardare il quadro completo, ovvero tutto il pattern alimentare nel suo complesso.
Il consumo delle bevande zero è da limitare, sono da bere con moderazione esattamente come quelle che contengono lo zucchero. Alla luce di ciò, se comunque le bevete sporadicamente, ha davvero senso prediligere quelle “zero” a quelle “normali”? Forse no, ma vedete voi.
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Fonti: